La buona cucina non è un valore assoluto. La pulizia dei sapori, sì.
Credo nella loro autenticità, mi piace esplorarli per preservarne le caratteristiche, aiutarli a esprimersi al meglio al palato, all’olfatto e alla vista.

Metto la materia prima al centro di ogni progetto enogastronomico: qui in Sicilia basta allungare il braccio fuori dalla finestra e trovare quello che serve. La ricerca non è mai invenzione artificiale, ma la capacità di domare la tradizione attraverso una sperimentazione rigorosa.Sento, ricordo, immagino, sbaglio, ricomincio, assaporo. Inquietudine, nostalgia e vitalità sono la sintesi della nostra cucina, che ogni giorno rimane fedele a sé stessa, senza ripetersi.Come accade alle stagioni, al vento e alla vita.Da qualche anno Noto vive una stagione particolarmente felice. La cittadina è al massimo del suo splendore e lo si può vedere nel modo migliore dalla terrazza della Chiesa di San Carlo al Corso: il panorama è mozzafiato. La fortuna di Noto, oltre che alla sua magnifica interpretazione del Barocco siciliano, si deve anche ad alcuni locali che sono una garanzia per i palati più esigenti. Su tutti si impone il “Crocifisso”, il ristorante di Marco Baglieri, proprietario e chef, che all’inizio dell’estate ha dato nuova vita ai suoi interni grazie a VI+M Studio di Vincenzo e Michele Ignaccolo, architetti siciliani con base a Milano.
Marco è un quarantenne determinato, dal piglio sicuro, pronto a mettersi costantemente in gioco. Nei suoi piatti c’è la sua anima, la sua vocazione alla sperimentazione, agli abbinamenti garbati e acuti, mai fine a se stessi.Allo stesso tempo, la tradizione gastronomica siciliana è sempre nel suo cuore. Il risultato è vincente e si manifesta in una sensazione di vera gioia, quasi di gratitudine, a ogni boccone che si porta alla bocca. Non è un caso che le guide abbiano concesso al “Crocifisso” numerosi riconoscimenti e continuino a farlo.