Nel 1880 Francesco inaugura la ditta “F. Bonajuto” nel Corso Umberto I di Modica stravolgendo l’attività paterna.
L’aromateria e la merceria scompaiono lasciando spazio a un laboratorio di produzione dolciaria mentre il vecchio locale di vendita si trasforma in un elegante caffè che ben presto diventerà punto di riferimento della vita cittadina. Don Ciccio, com’era familiarmente chiamato, incarna una nuova figura di imprenditore attenta alle sfide della modernità: amplia l’offerta produttiva, investe nella formazione del personale, acquista spazi pubblicitari sulle testate locali, meccanizza alcune fasi della lavorazione del cioccolato e ne raffina ulteriormente la produzione.
Grazie all’instancabile attività di perfezionamento del prodotto Francesco porterà il suo cioccolato agli onori delle cronache ottenendo la medaglia d’oro all’Esposizione Internazionale Agricola Industriale di Roma (1911).
Ma Francesco non era soltanto un imprenditore dinamico. Filantropo e di buon cuore, don Ciccio accoglie in casa una bambina proveniente da una famiglia poverissima che sarà amata come una figlia e successivamente adottata: Rosa Roccaro. Ed è grazie alla piccola Rusidda che il destino dei Bonajuto incontra quello dei Ruta.