DALLE ESPERIENZE AL RISTORANTE STRAVENTO DI TRAPANI :Seduti d’avanti a un Traminer,ascoltiamo la storia di una zuppa speciale rubata al mare quando il mare di pesce non ne dà. Una zuppa ricavata dalla posidonia che ancora abita quel mare,restiamo seduti custoditi nella Chiesa Anime Sante del Purgatorio. Non c’è fretta, c’è tempo. Adesso è il momento di un dolce alla ricotta e gelatina di arancia, di un pezzetto di croccante alle mandorle che sa di casa e di infanzia, di un biscotto alla nocciola…esperienza indimenticabile .
Colicchia Trapani : La storia di Colicchia inizia a Trapani nel lontano 1885 il sig. Colicchia apre la sua pasticceria nel cuore della città con il nome di Caffè del Commercio (visibile nella foto in alto dei primi del ‘900), sul Viale Regina Elena, angolo Via Turretta.
In pochi anni, il sig. Colicchia diventa la pasticceria n° 1 di Trapani e si guadagna l’appellativo di “Re dei Cannoli” per la bontà del tipico dolce siciliano da lui prodotto.
Durante gli anni della guerra, il palazzo sede della pasticceria subisce gravi danni a causa dei bombardamenti sulla città.
La Pasticceria si trasferisce nell’attuale sede di Via delle Arti, 6 dove nel tempo si sono succeduti, di generazione in generazione, i pasticceri della famiglia Colicchia.
Oggi, il sig. Francesco con i figli Giovanni e Francesca, continuano ad offrire il meglio della tradizione pasticciera Trapanese.
La signora Grammatico oggi ha la sua età,ma sono anni molto ben portati ed è una vera e propria star la cui fama valica i confini siciliani: merito dei suoi dolci, ovviamente, e del libro Mandorle amare. Una storia siciliana tra ricordi e ricette, dove racconta come ha imparato a impastare biscotti, cannoli e dolcetti alle mandorle,come dice Maria,la pasticceria è un luogo allegro…
E qui entrano in scena loro, le monache (e relative tette). “Cattive – sussurra, dopo avermi spiegato che da bambina fu mandata dalle suore francescane dell’Istituto San Carlo -, molto cattive, tranne Suor Stellina che mi prese a cuore insegnandomi a fare i biscotti con la pasta di mandorle e a decorare gli agnelli in pasta di zucchero”.
Avendo io fatto l’asilo dalle suore, mi sono subito sentita in sintonia con Maria Grammatico, soprattutto quando ho visto i suoi vassoi esposti al banco.
Le cassatine, mezze lune di pasta ripiene di ricotta (di pecora ovviamente, terza regola d’oro della cucina siciliana).